mercoledì 22 febbraio 2012

Le Profezie delle Gemme


Rosso rubino, che ha la magia del corvo nel cuore,
chiude il cerchio dei dodici in sol maggiore

Dodici colonne sostengono del tempo il maniero.
Dodici bestie reggono l’impero.
Il falco è pronto a ergersi fiero. Il cinque è chiave e fondamento vero.
Nel cerchio dei dodici, il dodici è il due invero.
L’aquila spunta per settima, ma è terza davvero.

Opale e ambra, la prima coppia, s’avanza,
canta agata, che del lupo ha sembianza,
con acquamarina in si bemolle – solutio!
Seguono smeraldo e citrino – coagulatio! –
le due corniole gemelle in scorpione,
e giada, numero otto, digestione.
In mi maggiore: tormalina nera,
zaffiro in fa, rischiara la sera.
E subito appresso ecco diamante,
undici e sette, leone rampante.
Projectio! Scorre il tempo così lento,
rubino è principio e fine del movimento.

Il cerchio di sangue giunge a conclusione, la pietra è dell'eterno realizzazione. La veste della gioventù si accresce di nuova energia, che dà potere immortale a colui che porta la magia.
Ma, attenzione, quando la dodicesima stella sorgerà il destino di quanto è terreno si compirà. La gioventù si scioglie, la quercia è condannata a decomporsi in quest'epoca buia e odiata.
Soltanto quando impallidisce la dodicesima stella, l'aquila raggiungerà per sempre la sua meta più bella. Sappi dunque, una stella si consuma per amore, se sceglie liberamente di struggersi il cuore.

Il corvo, nel suo rubino volteggiare,
tra i mondi sente i morti cantare,
non conosce la forza, il prezzo ignora,
si leva il potere, chiuso il cerchio è allora.
Il leone - fiero volto di diamante,
incantesimo che offusca la luce folgorante -
al calar del sole arreca mutamento,
la morte del corvo palesa il compimento.



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